RICORDANDO UN AMICO.....

 

 

 

Ogni morte d’uomo mi riduce, perché io faccio parte dell’umanità.
E, dunque, non chiedere mai per chi suona la campana.
Essa suona per te.


(Ernest Hemingway, "Per chi suona la campana")

 

 

     

        

Questo non è un necrologio ma il ricordo di una bella persona che voglio far conoscere a chi non potrà avere questo privilegio.

Racconto di Domenico Di Paolo, un uomo semplice, generoso e grande appassionato della natura.
 

Noi che l’abbiamo conosciuto, potremo forse dimenticare il volto ma non la luce che gli animava gli occhi quando parlava della sua idea della caccia fondata su cultura, educazione e rispetto.
 

Valori che ha sempre cercato di divulgare con umiltà, senza mai mettersi sul pulpito, solo per l’immenso piacere che si riceve dalla condivisione e nello scoprire altri della stessa razza con cui arricchire la propria esistenza.
 

Per caso ci siamo strusciati, annusati e dopo aver scoperto di avere lo stesso odore di libertà e di bosco ci siamo ritrovati nello stesso branco. 
 

Cacciatori e pescatori sono esseri strani, possiamo comprenderci solo tra di noi o con quelle poche persone che ci amano così tanto da aver assimilato parte della nostra anima. 
 

Non riusciremo mai a spiegare alla gente "normale" come possa farci piangere un rosso tramonto, il piacere di passare interminabili ore nell'attesa della preda e l'orgoglio che si prova dopo averla abbattuta.
 

Non riusciremo mai a far comprendere, a chi non è un cacciatore, come si può uccidere un animale e provarne, nello stesso momento, un profondo rispetto.
   

Viviamo il paradosso di camminare dentro un mondo che ci appartiene sempre meno ma portiamo sulle spalle la più antica tra le tradizioni, senza la quale l'uomo si sarebbe estinto. 
 

Abbiamo la consapevolezza della “fine” essendone talvolta la causa e invidiamo gli animali selvatici che percepiscono solo l'immediato, senza la paura del futuro.
 

Malediciamo la sorte di cui saremo a nostra volta preda ma la ringraziamo del privilegio che ci ha concesso per averci fatto nascere come siamo, protagonisti della magnificenza della natura, attenti a non perderne nemmeno il più lieve colore e profumo, morbosamente alla ricerca di emozioni.

Nello stupore dello spazio libero di un bosco o del mare viviamo bene.
Le leggi degli uomini possono sbagliare ma noi seguiamo l'immutabile ordine naturale delle cose che rende giusta e morale la nostra passione. 

Domenico se n’è andato in silenzio, il silenzio di chi non ha paura della morte, lo stesso silenzio di quando si entra nel bosco o si segue una traccia, in quel silenzio che ha visto battere il suo cuore migliaia di volte accovacciato tra i rovi o in cima ad una pianta.
 


Se n'è andato con tutta la sua poesia, ma le poesie non muoiono mai finchè esisterà una parte di mondo, nobile e antico, che ha la necessità di continuare ad ascoltarle.
 

Accarezzo il libro che mi hai regalato onorandomi con una tua dedica e ti abbraccio con affetto.
 


Veriano