L’Arco è stato il primo pensiero umano evoluto
applicato a un’arma e l’unico strumento
predatorio la cui essenza è rimasta immutata
dalla preistoria ad oggi.
La totale integrazione con l’ambiente naturale e una conoscenza profonda
delle specie cacciate sono condizioni indispensabili per
raggiungere l'obiettivo.
La Caccia con l’Arco Tradizionale implica una
vicinanza estrema alla preda poiché la freccia
è guidata esclusivamente dal coordinamento
tra mente, occhi e braccia.
Per questo è l’unica espressione venatoria dove la
difficoltà nell’avvicinamento è maggiore dell’esecuzione del tiro.
Il rispetto per l’animale cacciato impone di esprimere
solo sicurezza, senza sfidare i limiti personali.
E' necessaria la consapevolezza delle proprie capacità
per saper rinunciare quando, nell’emozione dell’azione, compare il dubbio.
CACCIA CON ARCO TRADIZIONALE, per riscoprire la sensazione di sentirsi un predatore
e assaporare quanto la natura offre senza intermediari.
CON LA RESPONSABILITA' di riuscire a garantire ai nostri figli la possibilità
di raccogliere i frutti della stessa eredità che noi abbiamo ricevuto.
Può darsi che un giorno, il buon Dio, vi chiederà se
avete apprezzato la magnificenza della natura da Lui creata
e se avete
raccolto i suoi frutti per onorarla, senza offenderla e rispettando le sue regole
eterne e immutabili.
Io voglio essere dalla parte di chi, senza ipocrisia, risponderà in modo
affermativo. |
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Riconoscimenti
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La
mia storia di
cacciatore con l'arco non inizia casualmente ma è il frutto di una
grande passione manifestata, incoraggiata e condivisa grazie
all'amicizia con degli arcieri, all'epoca tra i più esperti
cacciatori con l'arco in Italia.
Questi personaggi, avendo visto in me il
sacro fuoco della passione, si adoperarono per mettermi in
condizione di realizzare un sogno che prosegue ad oggi.
Purtroppo, nel corso della vita spesso ci si
perde ma non si deve mai perdere il ricordo di ciò che abbiamo
ricevuto e con gratitudine ricordo Giulio Bertani (all'epoca
rappresentate della NBEF Italia per conto della FIARC), Luigi
Genzini (istruttore di Kiudo della scuola EKY) e Giovanni Battista
Grassi detto Nino (cacciatore e pluridecorato campione di tiro con
l'arco tradizionale).
Furono Nino e Gigi a contattare il Bertani
per farmi acquisire il brevetto NBEF senza il quale non avrei potuto
cacciare negli USA e, nello stesso anno, a coinvolgermi in
un'avventura di caccia al cervo organizzata dal loro amico Len
Cardinale (di recente entrato nella Archery "All of Fame") negli
spendidi boschi di Eldred Preserve nelle Catskill (NY).
Vale la pena ricordare, per comprendere quanto le cose sono cambiate
nel nostro mondo che, nel 1988, nonostante vi fosse già da qualche
anno la possibilità in Italia di fare un corso di caccia con l'arco
ed acquisire un'abilitazione ufficiale internazionale, nessun
arciere ne aveva ancora fatto richiesta tant'è che nello spazio del
brevetto riservato ai commenti mi onoro di avere la nota "First to
pass".
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Eldred
Preserve è a ca. 5 ore di macchina dall'areoporto Kennedy di NY
e quando arrivammo era notte.
Un fulmine aveva colpito il traliccio della luce lasciando tutta
l'area completamente al buio.
Nell'ufficio della direzione ci rilasciarono il TAG (licenza di
abbattimento) al lume di candela per poter essere operativi già
dalla mattina del nuovo giorno.
Tra l'altro, la tessera che attestava l'abilitazione NBEF
rilasciata in Italia era diversa da quella che i
miei amici avevano acquisito nei loro precedenti viaggi negli
USA e temevo, visto che non c'erano precedenti, potesse crearsi
qualche difficoltà.
Il gestore del lodge prese dalla mia mano tremolante la tessera, l'avvicinò
alla fiamma della candela per trascrivere i dati sul TAG e non
battè ciglio.
Grazie agli Dei della caccia filò tutto liscio....
Ero in uno stato ipnotico a
causa del rapido susseguirsi degli eventi: l'ansia di arrivare,
il blackout e in tasca un cartoncino verde che mi autorizzava a cacciare un
cervo e un orso....era l'inizio dell'avventura!
Poche ore prima a
Roma e adesso nel regno di Pope & Young carico di un
emozione che non mi faceva ancora
prendere possesso della realtà ma enfatizzava ogni istante.
Stiamo parlando di 28 anni fa, non era la preistoria ma non
c'era internet che ti consentiva di vedere i posti dove saresti
andato, di comunicare in tempo reale con le persone del luogo
per meglio organizzarsi e il mio pessimo inglese (rimasto tale)
non facilitava di certo le cose.
La stessa esperienza, vissuta oggi, sarebbe stata sicuramente
meglio pianificata ma per questo anche meno affascinante.
Dopo poche ore di dormiveglia suonò la sveglia per l'adunata
generale, ci dividemmo sui mezzi per raggiungere l'area di
caccia.
Mi caricarono su un pickup e, dopo un lungo tratto di strada
sterrata, venni lasciato in prossimità di un albero su cui era
stato messo un nastro rosso di riferimento.
Da questo punto mi venne raccomandato di seguire i bottoni
catarifrangenti che gli amici americani avevano lasciato sulle
piante per consentirci di raggiungere i nostri treestand senza
perderci.
Fu così che in una lontana piovosa e buia mattina nell'Ottobre
del 1988, mi trovai nel cuore di un bosco che non conoscevo e
compresi subito alcune cose: la faretra da spalla può andare bene
solo per le grandi praterie, sarebbe da sodomizzare chi
progetta un tree-stand senza sedile e una lampada di riserva
è fondamentale per non trovarsi in guai seri.
Tutto quello
che avvenne nel resto della settimana, dall'esperienza sul campo
alle stentate conversazioni con Len Cardinale e gli altri
bowhunters, lo ricordo come un bel sogno che trasformò il mio
stato di cacciatore con l'arco da adolescente a uomo, acquisendo
la consapevolezza che arco & caccia erano per me un valore unico
e indivisibile che, senza saperlo,
avrebbe segnato in modo indelebile il corso della mia vita.
In questa breve avventura un sogno diventò realtà e l'inizio di
una storia splendida fatta di forti emozioni vissute
individualmente ma anche attraverso l'amicizia nata dalla
condivisione della stessa passione.
Aver avuto la prima esperienza reale di caccia con l'arco in
America, la meta ideale per eccellenza, è stato come aver
imparato a guidare su una Ferrari!
Purtroppo all'epoca non c'erano in Italia riserve adeguate dove poter fare "gavetta".
Se così fosse stato, forse, non avrei sbagliato l'unica freccia,
l'unica opportunità concessami ma, il rumore del cuore era
assordante e batteva talmente forte che spostò il mio braccio.....
(Veriano Marchi - Maggio 2016)
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N.B.
Il
brevetto
IBEP (international bowhunter education program) è
riconosciuto
e accettato negli U.S.A. e in
altri paesi stranieri.
Attualmente il corso è
obbligatorio per la pratica della caccia in 11 stati
americani e in circostanze
particolari (caccia in aree urbane, aree ad uso speciale,
territori federali, ecc).
Il corso
consente l'acquisizione di una serie importante di
informazioni necessarie a garantire la sicurezza della pratica
venatoria con l'arco e la sua eticità. |